Intervento chirurgico
L'asportazione chirurgica della massa tumorale (exeresi radicale) attraverso craniotomia costituisce il trattamento più frequente delle neoplasie cerebrali. Se il tumore non può essere completamente asportato senza danneggiare aree vitali, vi è un'exeresi parziale.
Radioterapia
La radioterapia fa uso di radiazioni per danneggiare le cellule tumorali ed arrestarne la crescita. è generalmente utilizzata per distruggere tessuto tumorale che non può essere chirurgicamente rimosso o per distruggere cellule tumorali eventualmente sopravvissute all'intervento di exeresi.
La radioterapia può essere somministrata in due modi: l'applicazione di una sorgente esterna di radiazioni, oppure attraverso l'impianto di una sorgente radiattiva direttamente all'interno del cranio. In questo caso la protesi emette ogni giorno una dose di radioattività.
La radiochirurgia utilizza una forte somministrazione di radiazioni per distruggere i tumore. Questo approccio sostituisce l'intervento chirurgico classico.
Chemioterapia
La chemioterapia fa uso di farmaci per distruggere le cellule patogene. La somministrazione del farmaco può avvenire per via orale, per iniezione endovenosa o intramuscolare, oppure direttamente per iniezione nel fluido cerebrospinale.
Generalmente la chemioterapia alterna periodi di somministrazione con periodi di riposo.
Effetti collaterali del trattamento
Generalmente il trattamento causa degli effetti collaterali, in quanto gli agenti capaci di distruggere le cellule tumorali danneggiano anche il tessuto sano.
Gli effetti collaterali possono essere diversi, a seconda della tipologia di trattamento, dell'area trattata, delle capacità reattive del paziente; un attento monitoraggio delle condizioni del paziente risulta necessario per dosare il trattamento e minimizzarne così gli effetti collaterali.
Un intervento chirurgico intracranico è un'operazione intrusiva, e nel raggiungere il tumore possono venire danneggiate delle aree sane. è possibile che, a seguito di un intervento di craniotomia si riscontrno problemi di coordinazione, modificazioni di personalità, problemi linguistici e di ideazione. Sono possibili accessi epilettici. è possibile che, immediatamente dopo un intervento, i sintomi siano più gravi che nel periodo precedente, ma generalmente parte dei sintomi sono destinati, nel medio e lungo periodo, a remissione.
Gli effetti collaterali della radioterapia includono nausea, stanchezza, perdita di capelli. La perdita può essere temporanea o definitiva. Generalmente i sintomi sono circoscritti al periodo di cura, ma sovente possono protrarsi per qualche tempo. Durante la radioterapia è importante il riposo, ma spesso i medici consigliano al paziente di mantenere un certo grado di attività. Sono frequenti segni di "bruciatura" della pelle dello scalpo, e risulta necessario prestare attenzione alla cura della pelle.
Il paziente può diventare sonnolento, o perdere di appetito.
La radioterapia porta alla distruzione, ma non alla rimozione della massa tumorale, che rimanendo in sito può dare effetti collaterali simili a quelli del tumore stesso. Tali sostanze vengono trattate con steroidi.
Se la patologia insorge in età evolutiva, a seguito di radioterapia sono possibili problemi di apprendimento, di memoria, problemi alla vista. Se la neoplasia interessa la ghiandola pituitarea possono insorgere anomalie nel processo di sviluppo e nella crescita.
Gli effetti collaterali della chemioterapia dipendono dal farmaco utilizzato. Generalmente i farmaci anticancro tendono a colpire le cellule a crescita rapida, e dunque le cellule tumorali ma anche cellule sane, quali cellule ematiche, cellule di rivestimento del tratto intestinale e cellule dei follicoli dei capelli. Per tale ragione il paziente può soffrire di effetti collaterali quali minor resistenza alle infezioni, inappetenza, nausea, vomito, infiammazioni del cavo orale, debolezza, perdita di capelli. Generalmente questi sintomi tendono a scomparire una volta terminata la cura.
Alcuni farmaci anticancro possono causare infertilità, o portare, nelle femmine, a sintomi di menopausa (quali interruzione od irregolarità del ciclo mestruale). Se la terapia occorre in età evolutiva, l'infertilità può risultare permanente.
L'utilizzo di steroidi può causare aumento dell'appetito e crescita ponderale. Sono comuni sintomi di rigonfiamento del volto e dei piedi. L'uso degli steroidi, al termine del trattamento, va ridotto gradualmente per permettere all'organismo di adattarsi al cambiamento.
La perdita dell'appetito può costituire un problema per i pazienti durante la terapia. I sintomi di nausea, vomito, stanchezza o depressione possono portare ad una perdita dell'appetito. Ciò può costituire un problema, in quanto una buona nutrizione contribuisce ad affrontare meglio la malattia ed a meglio sopportarne le cure.
Fra gli effetti collaterali del trattamento si annoverano anche le tromboflebiti, delle infiammazioni delle vene degli arti inferiori.
Riabilitazione
La riabilitazione riveste una notevole importanza nel percorso terapeutico. Gli obbiettivi della riabilitazione dipendono dalle conseguenze, sul piano funzionale, della patologia e della terapia. Il lavoro riabilitativo può pertanto coinvolgere il fisioterapista, il logopedista, il neuropsicologo, lo psicologo. Se il paziente è in età scolare, sarebbe opportuno prevedere la figura di un tutor che lo aiuti nello studio
Follow up
Al termine della terapia sarà necessario effettuare regolarmente delle visite di controllo per diagnosticare eventuali recidive. I check-up generalmente includono una valutazione neurologica e, periodicamente, delle tac o delle risonanze magnetiche. La radioterapia ed alcuni farmaci anticancro possono aumentare il rischio di contrarre forme di leucemia o altre neoplasie. Aumentano inoltre l'incidenza di cataratte agli occhi. Risulta pertanto importante tenere conto di tali rischi.
Prognosi
La prognosi di basa sul tipo di tumore, sul suo grado, localizzazione e diffusione, l'età del paziente, il periodo intercorso fra la comparsa dei sintomi e la diagnosi del tumore, le conseguenze della patologia sul piano funzionale, l'estensione dell'intervento chirurgico (qualora operato).