Per agnosia si intende l'incapacità di riconoscere oggetti, animali o persone in assenza di deficit sensoriali. Le agnosie sono specifiche per modalità sensoriali. L'origine delle agnosie è lesionale.
Il paziente, pur non avendo deficit sensoriali, non riconosce un oggetto a lui noto. Riesce dunque a percepire un oggetto, a ridisegnarlo, ma non a riconoscerlo.
Per una corretta diagnosi di agnosia è necessario operare una diagnosi differenziale. Infatti il sintomo dell'agnosia è dato dall'incapacità di denominare un oggetto presentato secondo una precisa modalità (ad esempio visiva). Sotto il profilo funzionale la denominazione di oggetti implica alcuni passaggi: la visione dell'oggetto, che coinvolge l'apparato visivo e la corteccia visiva, il riconoscimento dell'oggetto, la conoscenza dell'oggetto, la denominazione dell'oggetto.
Un deficit visivo impedisce la visione dell'oggetto. In questo caso il paziente non vede lo stimolo, e non può dunque nemmeno disegnarne una copia.
Un deficit agnosico impedisce il riconoscimento dell'oggetto attraverso quella modalità sensoriale. Cambiando modalità (ad esempio dal visivo al tattile) il paziente riesce a riconoscerlo.
Un deficit semantico impedisce al paziente di recuperare la propria conoscenza in merito all'oggetto. Il soggetto può quindi riconoscere l'oggetto ma non riesce a ricordarne il significato, o l'uso. In questo caso modificare la modalità di presentazione (da visivo a tattile) non cambia la prestazione del soggetto.
Un deficit fonologico (anomia) impedisce al soggetto di recuperare dal proprio deposito lessicale il nome dell'oggetto, che viene peraltro riconosciuto. In questo caso il soggetto può dimostrare di averlo conosciuto mimandone l'uso o descrivendolo attraverso sinonimi o parafrasie.
L'agnosico non sa usare un oggetto (e dunque mimarne l'uso) perché non lo riconosce. Se però ad un agnosico visivo viene data la possibilità di manipolare l'oggetto, può avvalersi del riconoscimento tattile per identificarlo. In questo caso il suo uso sarà corretto.