L'Economist pubblica una intervista a Satoshi Kanazawa, uno psicologo che si occupa degli aspetti evolutivi dell'intelligenza.
Secondo Kanazawa le persone intelligenti spesso nella vita se la cavano peggio degli altri.
L'intelligenza, secondo lo studioso, costituisce un vantaggio competitivo solo nelle circostanze evoluzionisticamente nuove. Questo vantaggio spiega l'importanza dell'intelligenza in innumerevoli settori professionali, e in tutte le circostanze che coinvolgono nuove tecnologie: le persone intelligenti riescono a capire meglio questi contesti, e dunque hanno un vantaggio competitivo.
In tutte le altre circostanze, però, gli esseri umani hanno sviluppato meccanismi di adattamento più efficienti e specifici. In quelle circostanze, dunque, l'intelligenza fluida smette di essere un vantaggio. Tipici esempi di contesti evolutivamente antichi sono il corteggiamento e l'accoppiamento. In questi ambiti, le persone intelligenti non sono necessariamente avvantaggiate rispetto alle altre.
Inoltre, le persone intelligenti tendono a privilegiare soluzioni nuove a soluzioni tradizionali e convenzionali. Questo porta le persone intelligenti ad essere più aperte verso comportamenti come l'omosessualità o l'essere vegetariani, e meno proni a credere in Dio.
L'attitudine a privilegiare comportamenti evoluzionisticamente nuovi a discapito di quelli ancestrali, però, può costituire uno svantaggio. Questo per una serie di motivi.
In primo luogo, scegliere la via nuova porta le persone intelligenti a rinunciare - o utilizzare in maniera non appropriata - i meccanismi di adattamento specializzati. In secondo luogo, non sempre ciò che vien dopo è progresso, sentenziava Alessandro Manzoni. Ad esempio, pare che le persone intelligenti siano più aperte al consumo (e all'abuso) di alcol, sigarette e sostanze psicoattive. La spiegazione di Kanazawa è che - nel calendario evolutivo - queste sostanze siano qualcosa di nuovo, che dunque attrae le persone intelligenti più di quanto non attragga le altre.
Una spiegazione alternativa, ma a mio avviso altrettanto plausibile, può essere questa: se l'intelligenza fluida è correlata ad una maggiore apertura a ciò che è nuovo ed ad un rifiuto verso i valori tradizionali, le persone intelligenti sono forse più portate a trasgredire, o comunque a voler esplorare situazioni cognitivamente insolite.