Uno studio dell'University of California Los Angeles School of Medicine ha confrontato l'attivazione dell'amigdala e della corteccia prefrontale ventrolaterale (vlPFC, area 47 di Broadmann) di un gruppo di pazienti affetti da disturbo bipolare e di un gruppo di soggetti di controllo. I pazienti bipolari erano in stato eutimico (ovvero né in fase maniacale, né in fase depressiva).
L'esperimento
I partecipanti hanno portato a termine due compiti, fra loro simili. Data una immagine target, un volto che esprimeva una emozione, dovevano scegliere una fra due immagini (in una condizione) o uno fra due termini (nell'altra condizione) che meglio corrispondeva all'emozione dell'immagine target.
Risultati
L'accuratezza e i tempi di reazione fra i due gruppi non differiva, così come non risultava differente l'attivazione dell'amigdala. Nei pazienti bipolari, però, si è evidenziata una ridotta attivazione dell'area prefrontale ventrolaterale durante il compito in cui doveva essere scelto uno fra due termini.
Conclusioni
L'assenza di differenze nell'attivazione dell'amigdala, nei pazienti in stato eutimico, e la presenza di differenze nell'attivazione del lobo prefrontale, ha portato i ricercatori ad alcune conclusioni: l'anomalia dell'attivazione dell'amigdala dei pazienti bipolari dipende dal loro stato: in condizione eutimica, l'attivazione risulta simile a quella dei soggetti di controllo;
la ridotta attivazione dell'area prefrontale ventrolaterale costituisce un tratto stabile dei pazienti bipolari, che ha luogo anche in fase eutimica.
Fonte: Medwire news