In questo studio abbiamo riportato la progressiva scomparsa delle abilità numeriche in una paziente con una notevole conoscenza matematica antecedente la malattia. La prima valutazione della paziente mise in luce un danneggiamento selettivo delle procedure aritmetiche limitatamente alle moltiplicazioni ed alle sottrazioni complesse in un contesto di capacità cognitive generali ben preservate, così come la capacità di trattare i numeri e i fatti aritmetici semplici, e in assenza di alcun deficit verbale. Nonostante il serio danneggiamento della sua memoria spaziale, le difficoltà di EP nel calcolo scritto non erano secondarie a problemi spaziali, ma erano dovute ad errori nell'esecuzione dell'appropriato algoritmo (es. la scorretta applicazione della procedura). Questi dati supportano la dissociazione funzionale tra conoscenza procedurale e conoscenza dei fatti all'interno della stessa operazione. L'osservazione longitudinale ha indicato un incremento delle difficoltà nel calcolo scritto come anche nei compiti meno automaticizzati che richiedevano la manipolazione di quantità numeriche (es. ragionamento con i numeri, calcolo approssimato).

Interessante si è rivelato il fatto che il ricordo dei fatti aritmetici si mantenne preservato fino alla sessione finale di test e la moltiplicazione divenne l'operazione più facile. Questo risultato supporta l'ipotesi secondo la quale le tabelline sembrano venire immagazzinate come associazioni verbali e quindi divengono più automatizzate di altre operazioni (Dehaene & Cohen, 1995). Inoltre, nell'ambito della semantica dei numeri, EP presentò un pattern piuttosto inusuale in cui la conoscenza della grandezza e dl giudizio di pari/dispari erano preservati e la conoscenza dichiarativa e la capacità di fare delle stime erano danneggiate.

Questo studio, insieme ad altri risultati ottenuti da pazienti con demenza, sembra dimostrare che le diverse abilità numeriche vengono colpite in modi differenti da casi di deterioramento cognitivo.

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