Sotto il profilo lesionale è di norma causata dalla lesione (bilaterale) delle aree associative visive. Affinché vi sia diagnosi di agnosia le capacità percettive devono risultare intatte.
Nel soggetto agnosico l'acuità visiva è normale, vi è riconoscimento di forme e di colori. Il soggetto è capace di copiare una figura o di disegnare su stimolo verbale (ad esempio: "disegna una casa"). Non è però capace di riconoscere le figure che lui stesso ha disegnato.
Se la modalità di presentazione cambia, la prestazione del soggetto risulta normale. Al contrario se il soggetto deve riconoscere un oggetto in base ad una descrizione verbale, il comportamento sarà buono se la descrizione è di tipo semantico ("come si chiama l'animale cui piace il formaggio?"), deficitaria se la descrizione è di tipo percettivo ("come si chiama l'animale con il collo lungo lungo?"). Se in un test di denominazione su presentazione verbale degli stimoli la prestazione su descrizione percettiva è significativamente peggiore di quella su descrizione semantica, questo costituisce un indizio di agnosia. Se, al contrario, è cattiva in entrambi i casi - e soprattutto nella descrizione semantica - può esserci un deficit di tipo semantico.
Spesso l'agnosia visiva è associata ad alessia (perdita completa delle capacità di lettura).
Prosopoagnosia
Nelle forme meno gravi, l'agnosia si presenta nella tendenza a confondere oggetti o figure fra loro simili. La forma più comune di agnosia è la prosopoagnosia, ovvero l'incapacità di riconoscere i volti, anche familiari. Più in particolare ogni agnosico è anche prosopoagnosico. Esistono al confronto esempi di prosopoagnosia pura: il paziente in questo caso confonde soltanto i volti.
Il prosopognosico non riesce a riconoscere le persone in base al loro volto, nemmeno i familiari. Poiché il riconoscimento attraverso differenti modalità è preservato, il paziente tende ad utilizzare strategie alternative, identificando le persone in base, ad esempio, alla voce.
Agnosia visiva: diagnosi differenziale
Il primo test da somministrare per valutare la presenza di agnosia visiva è un test di denominazione figure. Se il soggetto ha una prestazione sotto la norma, può essere affetto da agnosia, da amnesia semantica o da anomia.
In una prova di denominazione su presentazione tattile, l'agnosico visivo ha una prestazione normale; se la prestazione non è normale, può essere amnesia semantica o anomia.
Per distinguere un deficit agnosico (o amnesico semantico) da uno anomico è possibile chiedere al soggetto di mimare l'uso di un oggetto non denominato, oppure di descriverne il contesto d'uso. Se lo sa fare, il deficit è fonologico (anomia).
Se il soggetto denomina non correttamente l'oggetto, è utile identificare (se possibile) il tipo di errore. Se lo scambio è fra due oggetti percettivamente simili (es. cacciavite-penna) il deficit può essere agnosico. Se l'errore è semantico (es. chiave-porta) o di assonanza (es porta-posta) il deficit può essere linguistico.